È IL CIBO GIUSTO PER LORO? TE LO DICE L'ETICHETTA

Consigliato da Gianluca Gemo

Siamo davvero sicuri di offrire ai nostri animali alimenti prodotti seguendo standard di qualità? Esistono in commercio tantissimi mangimi e quando ci troviamo nel reparto pet food di qualsiasi supermercato ci possiamo trovare in difficoltà nello scegliere l’alimento più adatto alle esigenze del nostro amico a quattro zampe. Con più le opzioni a nostra disposizione aumentano con più è necessario avere una bussola in mano per orientarsi e fare l’acquisto più appropriato. Una regola che dovrebbe valere anche quando si comprano generi alimentari destinati all’alimentazione umana.Una buona pratica, valida per tutti, è quella di soffermarsi a leggere le etichette. L’etichetta infatti rappresenta il mezzo diretto con cui un’azienda comunica con il consumatore, veicolando  informazioni che devono essere per legge chiaei, concise, oneste, vere, accurate sulla composizione e sulle caratteristiche del prodotto.

Ma nel caso del pet food a quali voci dobbiamo stare attenti?

In etichetta – spiega il dottor Gianluca Gemo le prime cose che troviamo sono la descrizione del prodotto (mangime completo o complementare), la specie animale e/o categoria di animali al quale il prodotto è destinato e le istruzioni per l’uso: come gestire e conservare il prodotto, nonché la dose giornaliera appropriata per età, stile di vita e taglia dell’animale. Poi arriviamo alla composizione: gli ingredienti devono essere elencati in ordine decrescente in base alla quantità inclusa di prodotto. Se la presenza di un ingrediente viene indicata o enfatizzata sulla confezione va specificato la percentuale”.

Quando si sente parlare di additivi spesso ci si spaventa

“In realtà Sono sostanze che svolgono funzioni importanti sia nutrizionali sia ai fini della conservazione. Negli alimenti del pet food possono essere ammessi solo gli additivi autorizzati dalla Commissione Europea”.

Entrando nello specifico quali sono le sostanze alle quali dobbiamo stare attenti?

Di tutti gli elementi presenti nelle crocchette e nel cibo umido, la fibra è l’unico che i cani e i gatti non possono digerire. Non hanno a disposizione gli enzimi, né le strutture adatte, a digerire i nutrienti che vengono classificati come “fibra”, che arriva quasi inalterata all’interno dell’intestino dell’animale. Nell’alimento secco non troviamo molta fibra, dal 2,5% al 5%, ma la sua funzione è importante: la fibra serve per prima cosa a regolare il movimento intestinale, e quando è poca gli alimenti non riescono a scorrere bene nell’intestino, e l’animale rischia la costipazione. Quando è troppa, invece, il rischio è il movimento troppo veloce, quindi la diarrea, e comunque un assorbimento ridotto degli altri nutrienti. Il contenuto ideale di fibra varia, come per i grassi, da animale ad animale ma non dobbiamo preoccuparci eccessivamente: se l’animale è libero di girare su un giardino, e di trovare dell’erba, prenderà da solo la fibra vegetale che eventualmente manca nella loro alimentazione”.

Quali le sostanze che invece non devono mai mancare?

Le proteine sono l’elemento più importante nella nutrizione del cane e del gatto. Esse sono i “mattoni” che costituiscono l’organismo e in particolare la massa muscolare, per cui bisogna fare attenzione che non siano troppo basse nell’alimento. I fabbisogni in proteine cambiano in base all’animale e in base alla sua età: i cuccioli, ad esempio, hanno bisogno di più proteine rispetto agli adulti, mentre i gatti hanno un fabbisogno superiore rispetto ai cani. Per questo è importante che l’alimento secco per cani adulti abbia almeno il 22%-24% di proteine, che diventano 27-30% nel cucciolo. Nel gatto invece dobbiamo cercare alimenti che contengano almeno il 27%-30% di proteine per l’adulto, il 33%-35% nel gattino (in questo caso, i limiti minimi legali sono rispettivamente del 25% e 30% di proteine negli alimenti). I grassi sono una delle fonti energetiche più importanti per l’alimentazione del cane e del gatto. Negli alimenti secchi il loro valore va dal 10% al 20%, anche in base alla quantità dei carboidrati. I limiti legali minimi di grassi che devono essere inseriti nell’alimento secco completo sono del 5,5% nel cane, del 9% nel gatto”.

Le ceneri sono le sostanze che spesso  spaventano i padroni degli animali. Cosa dire in merito?

Devono esserci perché sono i  sali minerali. Si chiamano così perché, quando si analizza l’alimento, questo viene messo in una stufa portato ad alte temperature e quindi si bruciano tutte le componenti: proteine, grassi, carboidrati, l’acqua evapora e ciò che rimane sono appunto i sali minerali. In passato si diceva che troppe ceneri indicano un alimento di qualità scadente, ma oggi non è più così, perché alimenti molto proteici hanno anche valori di ceneri molto alti. Il trucco che consigliamo di usare per valutare, in linea di massima, le ceneri, è dividere il valore delle proteine per quello di ceneri: più alto sarà il risultato (4, 5), maggiore sarà la qualità dell’alimento”.Quali sono le principali indicazioni fuorvianti?“Nei mangimi possiamo trovare vari claims, ossia indicazioni sia scritte, grafiche, immagini che enfatizzano determinati aspetti del mangime e questi devono essere oggettivi e verificabili dalle autorità competenti. Non dovrebbero trarre in inganno il consumatore attribuendo al mangime caratteristiche che non possiede – spiega il dottor gemo –  Ad esempio: l’’indicazione “light” di un mangime indica che il contenuto energetico deve fornire almeno il 15% in meno di energia rispetto ad un mangime di mantenimento per animali adulti della stessa marca o di un competitor comparabile. Human-grade, prodotti a partire da ingredienti idonei al consumo umano è un’indicazione molto ambigua, poiché tutti gli ingredienti utilizzati per la produzione del pet food provengono dalla filiera dell’industria dell’alimentazione umana. Molti proprietari di cani sono poi attratti dalle diete grain free, perché vengono viste come più naturali e meno responsabili di comparse di allergie e altri  problemi gastroenterici. Non ci sono però prove attendibili che suggeriscano che sia dannoso nutrire cani e gatti con cereali, anzi, quello che si conosce è che i cereali, soprattutto quelli integrali o gli pseudocereali, oltre ad essere un’importante fonte di calorie, possono apportare preziose sostanze nutritive”.

Che dire dei quantitativi di carne?

La qualità di un prodotto viene definita dalla materia prima di partenza e non dal processo di lavorazione a cui viene sottoposta. Infatti, sia la carne disidratata che la farina di carne sono costituite da tessuti di mammiferi, organi compresi, e non sono ammessi sangue, pelo, piume, zoccoli, corna, becchi, pelle e contenuto dell’apparato digerente. L’unica differenza è legata al processo termico a cui vengono sottoposte. La carne disidratata, per esempio, prevede una più rapida essicazione in grado di preservare maggiormente le caratteristiche iniziali e aumentare la conservabilità nel tempo

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